di Ondjaki traduzione di Vincenzo Barca Edizioni Lavoro, Roma, 2005 pp.108, € 8
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Il fischiatore del titolo, arriva, senza passato, in un paese che ha più d'una bizzarria: intanto, è popolato di asini, ai quali viene tributato uno speciale culto. Ma gli abitanti umani non sono da meno: la bella Dissoxi vive in una casa isolata sulle sponde del lago, accumulando sale; KoTimbalo, il becchino, sta di guardia a un cimitero nel quale solo un cane è stato sepolto negli ultimi due anni; KaLua, il matto, raccoglie le voci del villaggio per l'abitudine che ha di defecare a cielo aperto; la vecchia Dona Rebenta non vuol decidersi a morire; e il Parroco, amante del buon vino, veglia su questa singolare comunità con affettuosa partecipazione.
L'uomo che fischia scopre nella chiesa i sette corridoi di suono e, la domenica della grande messa, un orgasmo collettivo travolge gli abitanti in una sarabanda festosa. Balli, canti, allegre processioni funebri seguono l'esecuzione delle partiture. E tutti riprendono a fare l'amore, un'energia vitale vivifica anche i corpi più spenti.
Ondjaki, giovane narratore angolano, rivendica per lo scrittore il diritto di inventare sogni senza cittadinanza.
Da regalare:
- A chi cerca un po' d'Africa in giardino, tra l'oleandro e, soprattutto, il baobab. - A chi vuol fare l'amore "ognuno come gli va" - A chi ha nostalgia del mareEtichette: combinazioni sessuali consuete e non, Narrativa africana, potere della musica |