di Viktoria Schweitzer Traduzione di Serena Vitale e Claudia Zonghetti Mondadori, 2006 pagg. 567, € 32
E’ la vita di uno dei “poeti più fanaticamente devoti alla poesia”, di una donna affetta “da un male incurabile: l’anima”. Sono pagine di una scrittura lieve che narra di una vita densa, mai sazia né di cibo (sono gli anni della guerra civile, della fame, del bisogno) né di Amore (il marito, le figlie, il figlio, gli altri, le altre) né di Poesia (la sua e la altrui). E’ la vita della Poesia fattasi carne in Marina Cvetaeva, ovunque straniera, ovunque “altra”, ovunque diversa e mal tollerata, ovunque “stretta come in ogni stanza: di una tana o di un castello”. E’ la vita di chi non riusciva “a vivere, e cioè a durare” e che invece dura nelle sue liriche, ruvide e soavi, spigolose ed eterne.
Da regalare a: - a chi ama la poesia vera - a chi dice: "le biografie non le leggo, sono una noia"... - a chi vuol leggere la Storia attraverso la LiricaEtichette: biografie, controcorrente, coraggio, morte, poesia, testimonianza, voci di donne |
La donna che coi suoi versi
"O stella irsuta che corri senza punto d'arrivo /
da un terribile punto di partenza che non esiste"
(spero tradotti da te)
mi spiegò a sedici anni quanto avessi ragione a dubitare dell'esistenza di dio.
Credo proprio che sarà un mio regalo (a gennaio, non faccio regali di Natale).
Grazie, Fiamma